Who did you think I was?

Who did you think I was?

 

Ci sono giocatori ben definiti, quelli a cui chiedi poche cose, perché sai che quelle poche le faranno alla perfezione.

C’è Scatto, a cui chiedi di essere una dinamo capace di convertire l’energia difensiva in energia offensiva.
C’è Valdo, a cui chiedi esuberanza atletica e talento in attacco.
C’è Milo, a cui chiedi colpi di genio e personalità.

E poi c’è Lorenzo Restelli.
Nelle ultime 2 partite gli hai chiesto di essere il capitano in assenza di Milo, di essere il senior di riferimento e, con Ljubo e Maodo ai box, di puntellare il reparto lunghi.

Un bel po’ di roba, insomma, e tutt’altro che definita.

E quello cosa fa? Riempie il gap di chili e centimetri coi lunghi avversari con energia e mestiere, li manda fuori partita a suon di sfondamenti.

Poi prende, si muove bene negli spazi e ti mette le bombe giuste al momento giusto, esecuzione belliniana, che con Piadena rendono tangibile una rimonta dai toni miracolosi.

Non contento, si inventa cosplayer di Scattolin e, con un paio di furti trasformati in contropiedi solitari (in uno dei quali prova a imitare gli zompi di Valdo), sigilla la partita.

Tutto questo, con un atteggiamento alla Markovic, sempre positivo, anche quando la partita sembrava già scritta.

È un po’ come se Pirandello avesse messo una palla da basket in mano a Vitangelo Moscarda: Lollo ha una, nessuna e centomila caratteristiche di cui questa squadra ha bisogno.

Specialmente quando conta.